Gheddafi ora è pronto a trattare ma i ribelli dicono no: "Si arrenda"

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view post Posted on 29/8/2011, 08:05




Giornata di calma apparente a Tripoli dove la situazione resta critica. Mancano medicinali, cibo e acqua. Trovati 170 corpi carbonizzati, forse civili, uccisi dalle truppe del raìs. Il suo portavoce Mussa Ibrahim: "Pronto a discutere con il Cnt". Che però rifiuta. Gran Bretagna: "Proposta delirante". Negoziati a Sirte. Nella notte nuovi bombardamenti Nato a Tripoli

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TRIPOLI - Davanti al compound di Bab al Aziziya, sfilano in coda pazienti centinaia di auto, sotto il sole. A bordo ci sono donne, bambini, uomini, famiglie in attesa di entrare nella roccaforte del raìs. Vogliono prendere pezzi abbandonati della sua vita da dittatore. Ricordi, souvenir di ricchezze. Fuori il bunker 1ormai deserto e devastato, i ribelli che hanno combattuto per arrivare al cuore del regime e trovarci Muammar Gheddafi, i pochi rimasti a controllare l'ex rifugio, sparano in aria. Festeggiano. Anche se il Colonello lì non l'hanno trovato. E' fuggito, nessuno sa come, nessuna sa dove sia adesso.

E' un nascondino senza fine quello che segna l'interregno libico. Gheddafi è scappato, ma sta bene. Abbastanza da mandare messaggi (AUDIO 4) per incitare alla guerra, abbastanza da essere avvistato ovunque. A Sirte, o in Algeria 5, nel deserto, nascosto tra le tribù che ancora lo sostengono. Dovunque si trovi è ancora in grado di inviare un messaggio attraverso il suo portavoce. "Gheddafi è pronto a trattare" ha detto telefonando all'Associated Press di New York, Mussa Ibrahim.

Il Colonnello è intenzionato a discutere con il Cnt la formazione di un governo di transizione. Secondo Al Jazeera, il portavoce ha spiegato anche che Gheddafi si trova in territorio libico e ha nominato il figlio Saadi "capo negoziatore". Il portavoce, identificato dalla voce, ha dichiarato all'Ap - scrive il sito di Al Jazeera - di aver visto l'ultima volta Gheddafi venerdì.

Ma i ribelli non hanno niente da trattare. La loro bandiera sventola ormai sulle ambasciate della maggior parte del mondo. Quello che chiedono e che vogliono invece è che il Colonnello si arrenda. E questo è quanto ha risposto Ali Tarhouni, ministro delle Finanze del Cnt, al portavoce dell'ex raìs. "Non avrà luogo alcun negoziato", ha detto Tahrouni, "se Gheddafi si arrende, poi negozieremo e lo prenderemo in consegna". E ha aggiunto: "Non siamo davvero sicuri di dove si trovi". Anche la Gran Bretagna è d'accordo. L'offerta di Gheddafi di trattare la transizione è "delirante", ha detto il ministro degli Esteri britannico William Hague sottolineando che il trasferimento di poteri in Libia è già in corso.


I negoziati a Sirte. Il solo accordo che i ribelli sono disposti a fare ora riguarda la resa di Sirte. Dove la battaglia oggi è in pausa. La speranza, vana, è che Gheddafi si nasconda tra le sue strade. Le stesse in cui è nato. Ma i negoziati sono a termine e "non continueranno all'infinito", ha annunciato il Consiglio nazionale di transizione libico, mentre la città natale di Gheddafi rimane circondata dalle milizie ribelli. Il portavoce del Cnt, Mahmoud Shammam, ha fatto appello alle forze lealiste che si trovano nella città perché giungano a una "rapida soluzione" altrimenti la situazione si risolverà "per via militare".

I negoziati riguardano comunque solo i leader tribali della città. Nessuno dei ribelli ha avuto contatti con Gheddafi o con i suoi principali collaboratori. Ma i ribelli libici sono ottimisti. Sperano di "liberare il mondo dall'insetto" Muammar Gheddafi, ha detto Ahmed Omar Bani in una conferenza stampa a Bengasi (est). "Speriamo che Gheddafi sia sempre in Libia in modo da poter liberare il mondo da questo insetto - ha detto il colonello dei ribelli -. L'unico modo per venire a capo di questa peste è di costringerlo a pagare per i crimini che ha compiuto in Libia".


Tripoli in silenzio. In silenzio si è svegliata questa mattina anche la capitale. Le strade sono abbandonate, i negozi chiusi, manca cibo, manca acqua, l'emergenza umanitaria 6 di una città post assedio è critica. I ribelli chiedono aiuto agli Stati vicini. Si appellano perché scongelino al più presto i fondi necessari a dare sollievo alla città, a ristabilire un ordine apparente. Ci vorranno dieci anni prima che Tripoli possa tornare a essere una città viva e, dopo la guerriglia, libera.

Il portavoce del Cnt, Shamsiddin Ben Ali, ha esortato tutti i medici libici che lavorano all'estero a rientrare immediatamente nel Paese.

Inoltre ha dichiarato ad Al Jazeera che a causa dell'elevatissimo numero di feriti sono necessari medicinali ed equipaggiamento medico. In cambio i ribelli rassicurano i Paesi europei: la raffineria di Ras Lanuf sulla costa, è intatta e pronta a ripartire". E anche un gasdotto che dalla Libia arriva in Europa è stato riparato. "Il gasdotto ha ripreso a fornire le stazioni di servizio e la raffineria di Mellitah", ha detto oggi Ahmed Bani, "il gas inizierà a fluire verso l'Europa".


I morti nascosti. Dagli angoli di Tripoli escono cadaveri. Morti fino a ieri nascosti dal caos della guerriglia. E l'orrore sospettato diventa reale. Oggi i cadaveri carbonizzati di 170 prigionieri sono stati trovati in un edificio a circa 30 metri dalla base della 32/a brigata, guidata da Khamis Gheddafi, conquistata ieri dagli insorti sulla strada per l'aeroporto di Tripoli. Anche le prigioni sono vuote. Durante il regime ospitavano circa 60mila detenuti, ora oltre 10mila sono stati liberati dai ribelli. Ma di altri 50mila si sono perse le tracce.

Il regime allontanato e non ancora eliminato perde pezzi. Perfino cinque tra le bellissime 'amazzoni' che facevano parte della guardia scelta di Muhammar Gheddafi, ora lo accusano di averle stuprate insieme ai suoi figli. Secondo quando scrive il Sunday Times of Malta le body guard del raìs hanno confessato il fatto a una psicologa di Bengasi, Seham Sergewa. Le loro testimonianze andranno ad arricchire il dossier che raccoglie le prove delle violenze di Gheddafi e che sarà presentanto alla Corte penale internazionale o ai giudici che eventualmente processeranno il Colonnello in Libia.

Combattimenti. La guerra non è finita. Non finirà finché Gheddafi resterà nascosto. Si combatte ancora con armi pesanti a Ragdaline, una località nell'Ovest della Libia, a sud ovest di Zuara, 60 chilometri a est della frontiera tunisina. I ribelli hanno preso il controllo della strada tra Tripoli e Sabha, bastione delle forze di Gheddafi nel deserto del Sud. Secondo quanto spiegato dal portavoce degli insorti, Ahmed Bani, il proposito è quello di avanzare verso Sabha dopo aver preso il controllo di Sirte. "Nel caso i sostenitori del Colonnello dovessero rifiutare la resa - ha detto il portavoce - allora prenderemo la città con la forza".

Nella tra domenica e lunedì, nuovi bombardamenti Nato nei pressi di Tripoli: mezza dozzina di esplosioni hanno scosso l'aria della capitale poco dopo l'una di notte, a cui sono seguite delle raffiche di mitra di festeggiamento dei ribelli.


I figli del raìs. Anche le notizie sulla famiglia del raìs restano confuse. Per i ribelli prendere un figlio dopo l'altro 9 sembra essere diventata la vera battaglia per estenuare Gheddafi. Oggi hanno detto di aver ucciso Khamis Gheddafi, sarebbe morto ieri in uno scontro a fuoco a Tarhuna, 80 chilometri a sudest da Tripoli. La macchina su cui viaggiava è esplosa, gli occupanti sono stati carbonizzati. "E' difficile identificare i corpi ma i militari catturati sul posto ci hanno detto di appartenere alla guardia personale di Khamis", ha spiegato il colonnello del Cnt, Ahmed Omar Bani. Il 28enne Khamis, comandante di una delle unità di élite delle forze di Gheddafi, era già stato dato per morto all'inizio di agosto, in un raid aereo della Nato a Zilten. Il regime aveva immediatamente smentito la notizia diffondendo immagini di Khamis mentre visitava alcuni feriti in un ospedale.

Fonte: La Repubblica
 
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